Peste bubbonica: dobbiamo avere paura del nostro gatto?
E' comparsa sulla stampa internazionale la notizia di un caso di peste bubbonica che, con tutta probabilità, è stata trasmessa al proprietario dal proprio gatto domestico.
La peste bubbonica è una malattia che evoca fantasmi del passato. Le grandi pandemie del medio evo e dell'epoca rinascimentale erano appunto pandemie di peste. Facciamo fatica ad immaginare che questa malattia, invece, esiste ancora e che sia diffusa un po' in tutto il mondo.
La peste è una malattia batterica causata da Yersinia pestis, un piccolo bacillo gram-negativo. Il batterio è endemico in molte parti del mondo e circola prevalentemente nel mondo animale dove trova fra i roditori il suo habitat ideale. Topi e ratti, ma anche conigli e scoiattoli, mantengono la circolazione del batterio che avviene attraverso il morso delle pulci.
L'uomo può infettarsi, accidentalmente, attraverso il morso di una pulce che ha in precedenza succhiato il sangue da un animale infetto. Il contagio interumano è rarissimo. Ecco perché oggi la peste non rappresenta più una minaccia pandemica. E' bastato elevare il livello igienico generale per limitare la circolazione del batterio, che però non è scomparso ma continua a mantenere la propria endemia nell'ambiente selvatico fra i roditori.
La scorsa settimana è stata diffusa la notizia di un uomo, residente in un'area rurale dell'Oregon, a cui è stata diagnosticata la peste. L'uomo ha presentato i segni di setticemia ed è stato ricoverato. Una volta diagnosticata la causa, la malattia ha risposto bene agli antibiotici ed è finito tutto lì. Il caso ha fatto notizia perché a trasmettere la malattia all'uomo è stato, con ogni probabilità, il suo gatto. L'evento non è improbabile perché un gatto che gironzola in campagna può facilmente venire in contatto con roditori infetti ed essere aggredito dalle pulci che si trovano su questi animali. A sua volta, le pulci del gatto hanno trasmesso l'infezione al proprietario.
Da questa storia possiamo trarre due insegnamenti: il primo è che le malattie infettive esistono e rappresentano sempre un rischio per la nostra salute. Se di alcune abbiamo solo un pallido ricordo lo dobbiamo alla scienza che ci ha fornito antibiotici e vaccini e ci ha insegnato a difenderci da esse grazie a norme di igiene generali. La seconda è proprio questa. Un gatto, anche se domestico, resta sempre un predatore che può entrare in contatto costantemente con il mondo selvatico. Avere un gatto in casa implica comunque di alzare l'asticella delle comuni precauzioni igieniche generali.