La Scimmia Nuda

Prima che si alzi un nuovo polverone mediatico su una malattia infettiva, credo sia doveroso fare il punto sulla situazione relativa alla segnalazione di diversi casi di Vaiolo delle Scimmie (Monkeypox) in diversi paesi europei. 

In particolare, ad oggi, sono stati segnalati casi in Inghilterra, Spagna e Portogallo. Un caso è stato anche riportato negli Stati Uniti (Massachusetts) in una persona che aveva viaggiato in Canada. Il primo caso segnalato in Inghilterra si riferiva ad un viaggiatore di ritorno dalla Nigeria. La maggior parte di questi casi non sono apparentemente connessi fra loro, ma per alcuni è evidente la trasmissione diretta per contatto persona-persona. 

Il virus monkeypox (MPV) è un virus "cugino" del ben più famoso virus del vaiolo umano (smallpox). Dico cugino perché probabilmente entrambi condividono un antenato comune che potrebbe essere il virus del vaiolo bovino. Infatti il vaccino contro il vaiolo, costituito proprio con il ceppo bovino, è efficace anche contro le forme di MPV.

Il MPV fu identificato per la prima volta nel 1958 in Danimarca in un gruppo di scimmie che arrivavano da Singapore. L'anno dopo un focolaio epidemico simile fu segnalato a Philadelphia. Nel 1964 nello zoo di Rotterdam diversi animali, scimmie e roditori, si ammalarono di vaiolo e alcuni esemplari morirono. Sembra che il virus fosse arrivato nello zoo per via di un formichiere importato dal Sud America. Un'altra epidemia nel 2003 negli Stati Uniti fu causata da roditori importati dal Ghana che infettarono roditori locali (cani della prateria) i quali a loro volta causarono ben 47 casi nell'uomo. 

L'uomo si infetta raramente con il MPV. I casi umani riportati fino ad oggi si riferiscono principalmente ad infezioni accidentali in laboratori o allevamenti che ospitano animali infetti o in viaggiatori che hanno soggiornato in zone endemiche dell'Africa sub-sahariana, in particolare Nigeria e Repubblica Democratica del Congo.

Il virus si trasmette da uomo a uomo con difficoltà. Il contagio può avvenire per contatto diretto con le lesioni cutanee, con fluidi corporei ma anche con indumenti o biancheria contaminata. Nella fase acuta potrebbe anche trasmettersi attraverso droplets e pertanto sarebbe necessario un prolungato contatto faccia a faccia. Per questo motivo, ogni segnalazione nell'uomo si è riferita sempre a piccoli focolai auto-limitanti.

Dopo un periodo iniziale caratterizzato da sintomi simil-influenzali, la malattia si manifesta con eruzioni cutanee del tutto simili a quelle del vaiolo: vescicole che si trasformano in pustole e poi si seccano dando luogo ad una crosticina, talvolta lasciando anche una piccola cicatrice. La malattia dura fra le 2 e le 4 settimane. Nel corso delle più estese epidemie registrate in Africa (parliamo degli anni '80) la letalità ha raggiunto il 10% dei casi sintomatici.

La vaccinazione contro il vaiolo che quelli della mia età hanno fatto da bambini non è efficace nel prevenire la malattia. Dal 1980, da quando cioè il vaiolo umano è stato definitivamente eradicato, il vaccino contro il vaiolo non si usa più su larga scala. E' oggi ancora disponibile un vaccino contro il vaiolo (in Europa si chiama Imvanex). Il motivo per cui si produce ancora, nonostante il vaiolo sia stato eradicato, è legato ad un suo possibile utilizzo in "circostanze eccezionali". Non ci vuole molta fantasia a pensare che ci si riferisca ad ipotetici atti di bioterrorismo e simili. Questo vaccino, però, si è dimostrato efficace anche contro il MPV, per cui è indicato per coloro che possono essere esposti al virus per motivi professionali. Secondo le indicazioni del CDC, le persone esposte al rischio che non siano state vaccinate negli ultimi 3 anni, dovrebbero considerare la vaccinazione.

Spero che questa informazione possa essere utile ad evitare:
- di dire scemenze sull'immigrazione dai Paesi africani;
- di chiamare in preda al panico il proprio medico perché ci è spuntato un foruncolo;
- di ipotizzare alcun legame né col COVID19, né con i vaccini.

Importante invece che chi abbia avuto comportamenti a rischio nelle ultime settimane, soprattutto in occasione di viaggi all'estero, stia attento ai primi segni della malattia e quindi eviti di contagiare le persone a lui vicine. 

Fonti

https://www.cdc.gov/poxvirus/monkeypox/about.html

Parker S & Buller RM. A review of experimental and natural infections of animals with monkeypox virus between 1958 and 2012. Future Virology. 2013