Il quasi raffreddore e l'illusione delle politiche zero-COVID

Shanghai, 25 milioni di abitanti. Per capirlo dobbiamo immaginare una città che contenga quasi la metà della intera popolazione italiana.

Nel 2022, quando il resto del mondo ha già sperimentato fra le 4 e le 6 ondate pandemiche e sta progressivamente abbandonando lo stato di emergenza pandemica ed allentando anche le più blande misure, Shanghai è sottoposta ad un impressionante lock-down.

Il responsabile di questa situazione, non finirò mai di dirlo, è il coronavirus. Ma se si è arrivati a questa situazione paradossale ed in controtendenza con il resto del mondo lo si deve a politiche sanitarie palesemente sbagliate.

Prima fra tutte, la follia della politica zero-COVID. Lo disse il Direttore Generale dell'OMS quando dichiarò lo stato di pandemia: "Non si è mai vista una pandemia che sia stata controllata". Se un virus pandemico dilaga, l'unica cosa che si può attuare - tecnicamente - è una politica di mitigazione. Bisogna cioè rallentare la corsa del virus fino a che, possibilmente con l'aiuto della vaccinazione, non si raggiunga una condizione di equilibrio con il virus (la famosa immunità di comunità). In assenza di una progressiva acquisizione di immunità, si dovrebbe pertanto ipotizzare di rendere ermetico ad un virus respiratorio un intero Paese per un tempo indefinito. Chiunque capirebbe l'assurdità di tale ipotesi. Il coronavirus, infatti, è un virus non eradicabile e continuerebbe comunque a circolare nel resto del pianeta.

Un altro errore, ovviamente non voluto, è stata la scelta di un vaccino poco efficace. Purtroppo sappiamo poco o nulla sulle coperture vaccinali cinesi. Ma sappiamo per certo che abbiano usato dei vaccini di scarsa qualità in termini di efficacia. Nonostante gli sforzi, dunque, in assenza di circolazione virale e senza immunità acquisita con la vaccinazione, l'inevitabile ingresso del virus trova il Paese come fosse la prima ondata.

E' stato come voler difendere un pagliaio al centro di una foresta in fiamme. Si può controllare quanto si vuole, ma una favilla arriva prima o poi a dar fuoco alla paglia. Puoi far tamponi a milioni e applicare quarantene e zone rosse a migliaia. Ma se non si toglie carburante al fuoco, l'incendio è inevitabile.

La politica cinese, quindi, è stata sbagliata sulla base del razionale scientifico ed inapplicabile se non con l'uso estensivo della forza e delle limitazioni dei diritti. Voglio essere clemente e non parlo dell'uso dei disinfettanti a iosa.

Quello che sta succedendo a Shanghai, infine, ci insegna cosa sia davvero questo virus, anche nella sua variante cosiddetta "buona", la variante omicron. In assenza di una valida barriera immunitaria, produce disastri. Altro che raffreddore. Gli ospedali da campo tirati su in fretta e furia a Shanghai sono pieni di pazienti colpiti da Omicron che non respirano e lottano per la vita. Tali e quali a quelli di Wuhan. 

Ma, come temo, anche questa lezione che ci viene dalla pandemia resterà inascoltata.